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Giglio di mare
Dentro l’anima, un giardino di gemme; variopinti e selvaggi fiori,
attendevano clementi Fiumi di parole:
Riparo dalle intemperie del mondo,
per forgiare un gambo, Pilastro di petali di emozioni.
Sensibili e delicati Boccioli di pensiero,
rinchiusi in un recinto Privo dell’ossigeno per respirare,
con attorno una finestra Dalla quale poter
Osservare un tramonto, Tanto simile a quello del suo animo;
Abbandonato nella noncuranza dell’essenza;
da sguardi assenti, Estasiati nell’ammirare Dei fiori finti.
Fu così, che quel bel fiore crebbe Con la forza dell’osservazione
E del suo solo amore,
pensando di non essere desiderato, ammirato,
Decantato per la sua spontanea corolla.
Decise poi Di crearsi un varco, giungendo genuflesso Al cospetto del mare
di cui tanto Aveva sentito parlare.
Si prostrò Alla sua immanenza;
Collo abbassato Verso una strana terra,
timido,
con l’umiltà di chi è cosciente Di avere perso per strada
parte della sua infiorescenza.
Con un po’ di coraggio, lo guardò nel cuore, E il mare disse:
Resta con me, Anche senza parole.
Sarai unico e protetto Nell’abbraccio di acqua e sale,
E la gente che ti vedrà,
dirà: Eccoti! Meraviglioso e unico Giglio di mare.